martedì 17 febbraio 2009

CHE LA PAURA CAMBI DI CAMPO

Ci terrorizzano costringendo molti di noi ad emigrare alla ricerca di condizioni di vita più dignitose.

Ci terrorizzano costringendo molti di noi alla clandestinità: con il fiato della polizia sul collo e con la paura delle espulsioni, lo stato e i padroni spingono migliaia di individui nell'ombra, rendendoli ancora più docili allo sfruttamento.

Ci terrorizzano con il ricatto del lavoro salariato: o ti vendi ad un padrone o non mangi.

Ci terrorizzano con l'immagine dello Straniero 'barbaro e integralista' per farci accettare più restrizioni, più controlli, più precarietà; oppure per farci amare un'identità nazionale vuota e fasulla.... se il capitalismo non riconosce confini, perchè mai devono farlo (solo) gli sfruttati?

Ci terrorizzano con l'esercito nelle strade, la polizia nei quartieri, le ronde fasciste, con i rastrellamenti. Il pretesto è quello della criminalità (in fondo cosa la crea questa criminalità, se non la necessità di denaro?), l'obiettivo reale è far abbassare la testa a tutti quanti.

Ci terrorizzano con il carcere, con le caserme, con i lager per i 'clandestini'.

Ci terrorizzano con le immagini e le parole della TV, facendoci credere che 'terrorista' è chi lotta contro lo stato e contro gli sfruttatori e NON chi bombarda intere popolazioni, chi colonizza le terre e le menti, chi rade al suolo le case con i bulldozer.

Ci terrorizzano facendo ricorso al solito (e antichissimo) motto del 'Divide et Impera'..... più i poveri si odiano, più i ricchi si ingrassano.

E' arrivato il momento che all'odio si sostituisca la solidarietà tra tutti gli sfruttati e che questi ultimi (in tutti i sensi) finalmente si uniscano contro tutti gli sfruttatori!

E' ora che la paura cambi di campo!

martedì 15 luglio 2008

Azione Rivoluzionaria

Nel 1977, militanti dell'area anarco-libertaria, prendendo atto dei “caratteri di forza” espressi in particolare del Movimento del '77 e facendo riferimento alle elaborazioni culturali del situazionismo e della Rote Armee Fraktion (RAF), danno vita all’organizzazione armata Azione Rivoluzionaria.
Le tesi politiche generali di questo raggruppamento sono esposte in “Primo documento teorico”, gennaio 1978.
L'impostazione organizzativa fondante di Azione Rivoluzionaria è quella dei “gruppi di affinità”: “dove i legami tradizionali sono rimpiazzati da rapporti profondamente simpatetici, contraddistinti da un massimo di intimità, conoscenza, fiducia reciproca fra i loro membri”.
In tale impostazione s'inquadra anche la costituzione di “gruppi d'affinità femministi”, con una propria produzione teorica ed una propria autonomia operativa.
Uno dei primi interventi di Azione Rivoluzionaria è il ferimento del medico del carcere di Pisa, Alberto Mammoli (Pisa 30-3-77).
Il documento di rivendicazione fa riferimento alla morte dell'anarchico Franco Serantini (Pisa 5-5-72) a seguito delle percosse subite in Questura al momento dell'arresto e non curate dai dirigenti sanitari del carcere.
Tra marzo e settembre del 1977 Azione Rivoluzionaria sviluppa la sua presenza in Lombardia, Piemonte, Toscana e Liguria.
Con un ordigno esplosivo contro la sede torinese del quotidiano La Stampa (17-9-77) ed il ferimento intenzionale di Nino Ferrero, giornalista del quotidiano L'Unità (18 9-77), Azione Rivoluzionaria dà avvio ad una campagna nazionale contro “le tecniche di manipolazione finalizzate al consenso” messe in atto dai grandi media.
In particolare il quotidiano La Stampa viene colpito per la gestione che ha fatto delle notizie relative alla morte, avvenuta a Torino il 4 agosto 1977, di Aldo Marin Pinones ed Attilio Di Napoli, due militanti dell’organizzazione.
Questa campagna prosegue nel 1978 con l'attentato agli uffici amministrativi del Corriere della Sera (Milano 24-2-78) e alla redazione di Aosta della Gazzetta dei Popolo (Aosta 29-7-78).
Il 19 ottobre 1977, a Livorno, un gruppo di Azione Rivoluzionaria tenta di sequestrare l'armatore Tito Neri. Il sequestro fallisce e i militanti vengono arrestati.
Nell'aprile del 1978 AR fa la sua comparsa anche a Roma, collocando tre ordigni esplosivi contro la sede del Banco di Roma, il concessionario della Ferrari e un autosalone di via Togliatti.
Nel giugno del 1978 Azione Rivoluzionaria firma, ad Aosta, un attentato contro la sede della Democrazia Cristiana. Nella rivendicazione essa chiede che venga “revocato il permesso concesso al Movimento Sociale Italiano di continuare a parlare nella piazza di Aosta” (18 e 19-6-78).
Le tesi generali di AR vengono ampiamente esposte nel documento “Appunti per una discussione interna ed esterna”, redatto nell’estate del 1978.
Al processo che si tiene a Livorno fra il giugno del 1979 ed il luglio del 1981 alcuni militanti di Azione Rivoluzionaria presentano un documento in cui viene ufficialmente annunciato l'autodissolvimento della loro organizzazione.
Il 4 ottobre 1979, nel corso di un processo che si svolge a Torino, alcuni militanti dell’organizzazione ricordano in un documento Salvatore Cinieri, ucciso nel carcere di Torino da un detenuto comune il 27 del mese precedente.
L'11 aprile 1981, mentre muore di tumore nel carcere di Vignola, Gianfranco Faina, ritenuto il fondatore di Azione Rivoluzionaria.
Dopo lo scioglimento dell’organizzazione, alcuni militanti confluiscono in Prima Linea, della quale, prossimamente, cercherò di postare qualcosa.
Per l'attività di A.R. sono state inquisite 88 persone.

sabato 28 giugno 2008

Le origini del conflitto israelo-palestinese (1°parte)

Per secoli gli ebrei hanno conosciuto la diaspora, la loro disseminazione in tutto il mondo. Privi di un territorio dove radicarsi e dove le proprie istituzioni potessero solidificarsi, gli ebrei non avevano uno Stato, ma costituivano una comunità in continuo movimento. L'attaccamento alle proprie tradizioni culturali e religiose era tale da rendere difficile l'integrazione nelle società dove si stabilivano. In un certo senso si può dire che gli ebrei fossero stranieri ovunque si trovassero, cosa che contribuì non poco a creare diffidenza nei loro confronti.

Alla fine dell'Ottocento nacque il sionismo, movimento iniziato da Theodor Herzl, che voleva dare una sede nazionale agli ebrei, un rifugio dall'antisemitismo e dalle ingiustizie. Il sionismo mirava ad offrire agli ebrei dispersi nel mondo una patria comune in Palestina, sotto la protezione delle potenze coloniali europee, Inghilterra in primo luogo. Ma non solo.

Le idee di Herzl si inserivano in un movimento migratorio ebraico già in atto in Russia, causato dai pogrom degli anni 1881-1882. (Pogrom è un termine storico di derivazione russa  con cui vengono indicate le sommosse popolari antisemite. Primi veri e propri pogrom dell'età contemporanea furono attuati nel 1881 in seguito all'assassinio dello zar Alessandro II. Un paio di decenni dopo, con il fallimento della rivoluzione russa del 1905, circa seicento fra villaggi e città furono al centro di pogrom; un altro massacro ai danni della popolazione ebraica si era già avuto nel 1903 a Kišinev, oggi Chişinău in Moldavia. Sebbene tali spedizioni punitive fossero accreditate quali reazioni spontanee della popolazione verso gli usi religiosi ebraici, sembra certo che esse furono volutamente organizzate dal governo zarista per convogliare verso l'intolleranza religiosa e l'odio etnico la protesta di contadini e lavoratori salariati sottoposti a dure condizioni di vita. Anche nella guerra civile in seguito alla rivoluzione bolscevica del 1917 furono attuati in Ucraina dai capi delle Armate bianche numerosi pogrom che causarono centinaia di migliaia di vittime).

Secondo dati del 1930, dal 1880 al 1929 emigrarono dalla Russia 2.285.000 ebrei, e, di questi, 45.000 in Palestina. La stragrande maggioranza preferì recarsi altrove: 1.930.000 scelsero le Americhe, 240.000 l'Europa, i restanti l'Africa e l'Oceania. Dall'Austria, dall'Ungheria e dalla Polonia emigrano, dal 1880 al 1929, in 952.000: 697.000 nelle Americhe, 185.000 in altri Paesi europei, 40.000 in Palestina. Proporzioni analoghe si riscontrarono fra i migranti provenienti da altri Paesi. In totale, durante questi decenni migrano 3.975.000 ebrei: 3.250.000 nelle Americhe (di cui 2.885.000 negli Stati Uniti), 490.000 in Europa occidentale e centrale, e solo 120.000 in Palestina.

Questi ebrei, in maggioranza proletari poveri in cerca di fortuna, presto cominciarono a costituire un problema per gli ebrei ricchi, giacchè il loro progressivo aumento - nonchè le loro idee fortemente socialiste - cominciava ad irritare l'opinione pubblica ed i governi occidentali, fomentando in un certo qual modo l'antisemitismo. C'era perciò bisogno di mettere un freno a queste migrazioni per preservare la stabilità acquisita dagli ebrei europei occidentali. Bisognava trovare per tutti costoro un posto dove andare. La scelta della Palestina si imponeva naturalmente, data la sopravvivenza presso gli ebrei di una tradizione culturale basata sulla speranza messianica di un ritorno nella terra di Israele.

Gli Stati europei, Inghilterra in primo luogo, sostennero da subito il movimento sionista. Essi infatti vedevano nell’insediamento ebreo in Palestina un punto d’appoggio per contrastare l'egemonia turca in quell’area. (A partire dal 1882  Edmond James de Rothschild divenne uno dei principali finanziatori del movimento sionista e acquistò il primo sito ebraico in Palestina, l'attuale Rishon LeZion. Nel 1924 fondò la Palestine Jewish Colonization Association, PICA, che comprò più di 125.000 acri, 560 km2 di terreno).

C'erano però alcuni "problemi". A quell'epoca il territorio palestinese,  sotto il dominio dell'Impero Ottomano, era già abitato prevalentemente da arabi. Certo il sionismo venne vissuto dagli ebrei come un movimento di emancipazione e non di conquista ma là dove si erano installati c'era già qualcuno.

Fine prima parte

domenica 27 aprile 2008